I CAVALIERI DEL TEMPIO

Nati nel 1099 dopo l'assedio di Gerusalemme per difendere la Terra Santa, ancora oggi sono oggetti di studio e passione!

LE CROCIATE

L'affascinante storia delle Crociate in Terra Santa

lunedì 26 agosto 2013

COME SI VESTIVANO I TEMPLARI?

Il vestiario era di tipo prettamente militare e cambiava in base al rango del cavaliere. I Cavalieri portavano bianchi mantelli, gli scudieri marroni o neri ma comuni a tutti era la tunica bianca sotto il mantello. In un tipo di abbigliamento che non doveva ostentare lusso, il bianco aveva il compito di simboleggiare la castità e la salute fisica. Solo le pellicce di pecora erano permesse per coprirsi dal freddo. L'abbigliamento doveva essere composto dallo stretto indispensabile: ogni fratello poteva avere solo due camicie, due pantaloni e due paia di scarpe oltre a due mantelli, e due tonache, una estiva ed una invernale. La divisa templare era composta in modo tale da essere riconosciuta ovunque anche solamente al primo sguardo. Quando i cavalieri andavano sul campo di battaglia, avevano l'abito base, una camicia con la maglia in ferro più una cinta di cuoio. Anche il letto su cui i templari riposavano era sottoposto al regolamento: esso era un sacco di paglia, un drappo di lino, copriletto e coperta il cui colore era a scelta del cavaliere.

COME SI DIVENTAVA CAVALIERI DEL TEMPIO?

Dato che servivano uomini non si era così pignoli con chi chiedeva di poter entrare tanto che addirittura venivano permesse entrate temporanee pretendo comunque una condotta sempre irreprensibile. Le modalità di ingresso nell'Ordine varia in molti documenti e proprio questo particolare momento è stato utilizzato durante il processo al Tempio. Il regolamento era rivolto a tutti quei cavalieri che erano pentiti della vita condotta fino ad allora e voleva dedicarsi a Dio tanto da reclutare anche cavalieri scomunicati prima assolti poi. Solamente all'inizio del secolo XIII i criteri di ingresso si fecero più duri e un cavaliere doveva anche essere il figlio legittimo di un cavaliere. Il regolamento proibiva tassativamente di accettare bambini, solamente chi avesse diciotto anni poteva indossare il mantello bianco eccetto alcune regioni della Francia in cui il limite minimo era di quattordici anni. Appena entrato, il novizio era in prova e il suo periodo di prova dipendeva dall'onestà della sua vita prima dell'ingresso nell'Ordine. La domanda di ammissione era sempre vagliata dal Consiglio tranne nel caso in cui il Maestro incontrasse un moribondo il cui ultimo desiderio era entrare nell'ordine. Una testimonianza significativa ci viene da Gerardo di Caux che durante il processo del 1311 testimoniò il suo suo ingresso nell'ordine avvenuto nel 1298: dopo la Messa mattutina, il maestro provinciale lo condusse con altri due candidati in una piccola stanza i quali chiesero:
«Desiderate entrare nella comunità dell'Ordine dei Templari e volete prender
parte alla sua opera laica e spirituale?»
Alla risposta positiva di Gerardo uno dei due fratelli continuò:
«Voi aspirate alla grandiosità. Del nostro Ordine vedete solo lo splendore
esterno, voi vedete quanto bene mangiamo e beviamo, voi vedete i nostri begli
abiti e credete che vi aspetti una vita confortevole insieme a noi. Questo
perché non conoscete le regole severe che valgono per l'Ordine. È un grande
passo quello che progettate: voi, che siete stati i padroni di voi stessi,
diventate i servitori di un altro, poiché solo raramente potrete fare ciò che
desiderate. Desiderate dimorare in Occidente e vi si manda in Terrasanta,
volete andare ad Akkon e vi si spedisce a Tripoli (... ). Se volete dormire, noi
ordiniamo di vegliare, e qualche volta se volete rimanere svegli, vi mandiamo
nel vostro letto, perché possiate riposare»
I candidati dovevano essere pronti a sopportare ogni sacrificio. Il fratello, poi, controllava le credenziali del novizio, il suo “status”, le sue eventuali ricchezze e soprattutto le sue eventuali scomuniche o le appartenenze ad un altro ordine. Successivamente gli aspiranti cavalieri erano portati al cospetto del Maestro e, inginocchiandosi, dovevano pronunciare la seguente formula 
«Signore, siamo venuti davanti a Voi e ai Fratelli, che sono con Voi, per
chiedere la nostra ammissione nella comunità dell'Ordine»
E, dopo aver avuto le risposte già date, dovevano prestare giuramento:

«Voi dovete giurare a Dio e alla Vergine Maria che ubbidirete sempre al Maestro del Tempio, che rispetterete la castità e gli usi e costumi dell'Ordine, che sarete nullatenenti e avrete solo ciò che vi darà il vostro superiore, che farete tutto il possibile per preservare ciò che è stato conquistato nel regno di Gerusalemme, che non vi troverete mai dove si uccide illegalmente un cristiano, lo si rapini e lo si depredi dell'eredità. Se vi vengono affidati beni del Tempio, giurate di vegliare attentamente su di essi. Promettete inoltre che mai e in nessuna circostanza abbandonerete l'Ordine senza la benedizione dei vostri superiori»
Alla fine del giuramento, il Maestro annunciò:
«Noi accettiamo voi, i vostri padri, le vostre madri, due o tre amici di cui
desiderate la partecipazione all'opera spirituale dell'Ordine, fino alla fine dei
vostri giorni».
Il Maestro fece rialzare i tre nuovi fratelli baciandoli sulla bocca, atto che simboleggiava l'ingresso nella comunità, per poi portarli in camera caritatis per enunciare le principali regole del Tempio e delle pene in caso di violazione delle norme. Il giuramento doveva avvenire su un vangelo anche se Gerardo afferma di aver giurato su “un certo libro” affermazione che emerse come accusa al processo e questo piccolo appunto fa calare una ombra su una cerimonia che fino ad allora è assolutamente tranquilla. Nella dichiarazione di Gerardo di Caux appare sorprendente qualcosa di ben diverso: come già menzionato, il regolamento stabilisce espressamente che il Gran Maestro non avrebbe potuto nominare nuovi Fratelli senza il Consiglio. Gerardo però fece il suo giuramento solo davanti al Maestro e ad alcuni testimoni e non davanti al Consiglio riunito, in chiara trasgressione alle regole.

VERO E FALSO SUI TEMPLARI

Quanti non sono stati rigenerati dall'acqua e dallo Spirito Santo, se è Tuo volere, illumina e converti, affinché possano giungere alla Tua santa legge, e ricevere i sacramenti della Santa Chiesa, e la Tua santa fede mantenere. Così il 1 aprile 1310, nel culmine di un processo che li aveva trascinati nell'infamia con l'accusa di eresia, blasfemia, riti immondi e stregoneria, i Templari raccolti a Parigi dinanzi ai vescovi inquirenti pregavano perché Dio convertisse i musulmani. Eppure l'ordine della Milizia del Tempio, il più potente fra quelli con la doppia missione di combattere e pregare, era stato fondato dopo la Prima Crociata proprio per fare la guerra contro i saraceni. Non era però un odio viscerale e preconcetto quello che metteva i Templari contro l'Islam, e la professione religiosa non rappresentava in se stessa ragione di scontro: fedeli ai precetti di san Bernardo di Chiaravalle, che scrisse per loro la Regola approvata dal papa a Troyes in un concilio del 1129, i Templari obbedivano al principio della "guerra giusta" come teorizzato da sant'Agostino. Guerra difensiva, non di conquista. L'islam che attacca e brucia, che perseguita e cancella la presenza cristiana, quello è nemico, incarnazione del Male: allora il Templare diventa un avversario radicale, ai limiti del fanatismo, senza compromessi. In tempo di pace, c'è spazio per un'amicizia rimasta famosa fra i Templari di Gerusalemme e l'emiro di Shaizar Usama ibn Munqid, al quale avevano addirittura riservato un angolo discreto dove pregare Allah nella moschea di Al-Aqsa, luogo sacro al mondo islamico che i Templari avevano racchiuso in un oratorio. E c'è spazio per l'incredibile devozione islamica alla Madonna, quella venerata nel santuario di Saydnaya, presso Damasco, dove molti musulmani accorrevano nel secolo XIII per partecipare alle speciali liturgie mariane del 15 agosto (festa della Dormizione) e dell'8 settembre (festa della Natività). Se al lettore può sembrare assurdo, ragioni su questo fatto: la Vergine Maria, implorata, non guardava alla religione dei suoi devoti ma alla loro fede; infatti guarì l'emiro di Damasco che aveva perduto la vista in un occhio. Queste e molte altre questioni interessanti e poco note sono presentate da Simonetta Cerrini in un libro fresco di stampa, «L'Apocalisse dei Templari. Missione e destino dell'ordine cavalleresco più misterioso del medioevo». Veterana degli studi scientifici sui Templari, studiosa della Sorbona e autrice di un'edizione critica della Regola che è punto di riferimento per gli storici, la Cerrini indaga anche gli aspetti escatologici ed esoterici della cultura templare: come la simbologia espressa nell'affresco della chiesa di San Bevignate a Perugia, e i suoi rimandi all'Apocalisse, o la formula magico-religiosa dalle parole ancora non decifrate che si trova in un manoscritto templare conservato in Parigi, o le Reliquie della Passione di Cristo che i Templari custodivano gelosamente, segno della loro elezione in campo spirituale. Se il diabolico Bafometto con tanto di corna e zampe caprine è un'invenzione degli occultisti di età napoleonica, se la Maddalena dei veri Templari è solo una poco romanzesca meretrice pentita, rimangono però ancora molte verità da chiarire nella storia di questo enigmatico ordine medievale che tanto affascina l'immaginario contemporaneo. Il compito di indagarle spetta alla ricerca di valore, quella condotta da specialisti capaci di affrontare le fonti più ostiche penetrandone contenuti e significati, e poi renderle patrimonio collettivo con un libro come questo: impeccabile, scientifico, ma alla portata di tutti.

Articolo di Barbara Frale, ufficiale dell'Archivio Segreto Vaticano

ARCHITETTURA TEMPLARE

Era l'anno 1135 quando i monaci cistercensi, padri spirituali dei templari, iniziarono la costruzione della Cattedrale di Notre- Dame de Chartres il cui punto più misterioso è il labirinto costruito da tante pietre quanti sono i giorni di gestazione della donna e rappresenta un percorso iniziatico: partendo dall'esterno e finendo al centro del labirinto stesso l'uomo rinasce e cresce spiritualmente. Chartres insieme a Mamin, Laon, Reimy, Parigi, Tours, Le Mans, Evreux, Bayeux formano la costellazione della Vergine e ogni chiesa è stata costruita in perfetta corrispondenza di una stella della costellazione stessa. La navata è lunga 74 metri e si incrocia con una linea lunga 37 metri: sommando questi numeri si ottiene 111 (numero legato, guarda caso anche a Dante). Anche se il 111 si ottiene in una infinità di altri modi essendo infiniti i numeri, 111 diviso 3 da 37 che a sua volta moltiplicato per 2 da 74, quindi i due numeri sono rispettivamente un terzo e due terzi di 111 che si ritrova anche a Castel Del Monte. Situato ad Andria è uno delle più enigmatiche costruzioni mai costruite. Se si chiedeva ad un qualsiasi uomo del medioevo quale era la città Santa per eccellenza e quella più importante
politicamente avrebbe risposto: Gerusalemme e Roma. Ebbene, prendendo una qualsiasi cartina geografica e collegando con una linea Gerusalemme a Roma essa passa proprio per Castel del Monte proprio dove arriva il Sacro Romano Impero di Federico II Stupor Mundi. Non è chiaro il periodo in cui il castello fu costruito ma presumibilmente tra il 1230 e il 1240 ma ancora non si è riuscito a dare una funzione riconosciuta della costruzione. Non poteva essere un castello in quanto mancavano ponti levatoti, guadi e fossati che erano le caratteristiche fondamentali dal periodo dell'incastellamento in poi; non vi erano magazzini e cucine pertanto viverci era quantomeno difficile; poteva essere una sorta di checkpoint dove i re partivano per le battute di caccia, ma la costruzione sembra esagerata per uno scopo così momentaneo; quello che si sa è che la collocazione del castello non era casuale infatti si colloca circa a metà strada tra la Piramide di Giza e la Cattedrale di Chartres. Ha una pianta ottagonale ed ha otto torri. Ciascuno dei piani ha otto sale e al centro del cortile vi era una vasca a forma ottagonale. Molti fiori vengono raffigurati in tutto il castello in gruppi di otto. Ma perché una tale predilezione per il numero otto? Bisogno ricordare che la corte di Federico II, un appassionato di oriente, era ricca di scienziati, maghi ed alchimisti e quindi Federico II venne in contatto anche con correnti esoteriche per cui l'otto era un numero estremamente sacro: per la tradizione esoterica l'ottagono era la figura che collegava il cielo e la terra e negli antichi battisteri (come ad esempio quello di San Giovanni ricco con affreschi sulla vita di Costantino I) significava il rapporto privilegiato tra il neonato e Dio. Castel del Monte, da un punto di vista numerologico, si collega a Giza: la somma delle larghezza delle facce delle Torri di Castel del Monte è pari a 37 cubiti e la somma delle pareti è 111 come i cubiti di Giza. A mezzanotte del 26 dicembre la stella Sirio si trova sull'asse Nord Sud del castello e proprio 26 dicembre del 1194 nacque Federico II che morì a cinquantasei anni, guarda caso, numero multiplo di otto! Ma perché è stata costruita una fortezza così enigmatica e apparentemente inutile? Forse era un laboratorio alchemico dove si trasformava il piombo in oro? O forse è una cassaforte per custodire in misterioso tesoro come ad esempio il Sacro Graal se non proprio il castello stesso è il Graal come modello del calice di Cristo? O forse fu frutto di un patto segreto tra lo stesso Federico e alcuni ordini tra cui i templari per riunire sotto un unico credo, controllato dall'imperatore, le tre grandi religioni monoteistiche? E' importante notare come Federico II prima di morire nel 1250 indossò il saio dei cistercensi ossia gli stessi monaci che costruirono Chartres e da cui provenne San Bernardo da Chiaravalle, padre spirituali dei Cavalieri Templari. 

TOPONIMIA TEMPLARE

Molti degli insediamenti templari in Italia sono andati distrutti oppure se ne è persa traccia. Si possono fare alcune ipotesi basandosi sui toponimi dei luoghi, ma occorre tener presente che i Templari provvedevano alle intitolazioni solo nel caso di costruzione ex-novo, mentre lasciavano il nome originale nel caso di subentro o di donazioni di chiese o di ospizi. Ciò premesso si possono fare alcune osservazioni:

- Il titolo attribuito più frequentemente alle loro chiese è "Santa Maria" seguita da un qualche appellativo (ad es., S. Maria del Tempio, S. Maria dei Franconi, ecc.)

- Gli altri santi più frequentemente usati erano gli Apostoli, S. Giovanni Battista, S. Maria Maddalena, S. Lazzaro di Betania, S. Bernardo, S. Ilario da Poitiers, S. Giorgio, S. Tommaso Becket, S. Gregorio Magno, S. Pellegrino da Tallerona, S. Dionigi di Parigi, S. Nicola, S. Caterina di Alessandria.
Altri toponimi che possono evidenziare un insediamento sono:

- colombera, colombara, palombara: ha il duplice significato di a) luogo dove stanno i colombi b) edificio posto in luogo elevato; in Terrasanta i Templari appresero dagli Arabi l'uso dei colombi viaggiatori. Tale toponimo si trova sempre nelle immediate vicinanze di insediamenti templari. Nell'ottica templare indica una torre di avvistamento con colombaia;

- commenda: toponimo appartenente all'ordine di S Giovanni di Gerusalemme (di Malta), attribuito, dopo il 1400, agli ex possessi templari assorbiti da detto ordine;

- grancia, grangia, granza, granziera, ganzaria, grasceta, rance e derivati: fattoria o insediamento rurale di conventi, ordini religiosi e ordini monastico-militari; usato dai benedettini e cistercensi nelle loro zone di bonifica e sfruttamento rurale ed in seguito usato dai Templari, data la stretta relazione tra i due ordini;

- hospitale, ospitale, ospedaletto, ospizio, spedale : deve intendersi come ospizio o luogo di tappa; si trova, di solito, fuori le mura della città od addossato ad esse per essere in grado di accogliere i pellegrini anche dopo la chiusura delle porte d'accesso alla città;

- lebbrosario, lebbroso, lazzaretto, San Lazzaro: luogo di segregazione nel quale venivano alloggiati gli ammalati di lebbra; esistette una stretta collaborazione tra i Templari e l'Ordine di San Lazzaro: quest'ultimo raggruppava i cavalieri crociati che, in Terrasanta, venivano colpiti dalla lebbra; indossavano un mantello bianco con la croce verde e partecipavano ai combattimenti finché il morbo permetteva loro di combattere;

- mason, masone, magione e simili : dal latino "mansio" e, per i templari, dal francese "maison" (casa);

- mulino (seguito dalla specifica "del Tempio" o dal titolo di uno o più santi: ogni precettoria importante od ospizio aveva il suo corso d'acqua e relativo mulino (non è specifico dei Templari);

- pellegrino, San Pellegrino: si trova di solito lungo i più importanti percorsi di pellegrinaggio medievale; si trovano spesso presso insediamenti templari, dove, nuclei di "erranti di Dio" decisero di interrompere il pellegrinaggio e di stanziarsi;

- peschiera, piscaria, piscatoria e simili: stagno creato artificialmente per allevare il pesce; a causa dell'alto consumo di pesce da parte dei Templari ogni precettoria, autosufficiente, ne creava una nel caso non ci fossero già quelle naturali;

- Tempio: questo toponimo è sempre abbinato al nome di qualche santo o a specifiche proprietà templari (il già citato S. Maria del Tempio, oppure Casa del Tempio, Costa templare, mercato del Tempio); è da verificare se il toponimo è preesistente al medioevo trattasi di riferimento al tempio pagano.

Fonte: http://angolohermes.interfree.it/Approfondimenti/Templari/toponimia.html

Il SANTO GRAAL

Nel medioevo il Graal è oggetto di racconti e ballate. In alcuni versioni è una coppa o un piatto in altre la sacra reliquia è una pietra caduta dal paradiso o la lancia di Longino che trafisse il costato di Cristo sulla Croce. Ritenuto una coppa o piatto, è menzionato in un poema di Chretien de Troyes originario dello
Champagne, lo stesso luogo in qui I nove cavalieri fondatori dell'Ordine del Tempio trascorsero del tempo. Gli stessi templari venivano da Troyes e Chretien probabilmente sentì qualcosa da loro. E' descritto in diversi modi: il poeta medievale francese De Boronne, descrive il Graal come un calice che raccolse il sangue
di Cristo. Nel poema di Wolfgang von Esenbach, Parzifal va alla ricerca del Graal descritto come una pietra. Il Santo Graal è solo una coppa o il simbolo di un grande segreto? Potrebbe essere anche l'Arca dell'Alleanza o la sindone. Il santo Graal (The Holy Blood and The Holy Grail nell'originale inglese), è un libro controverso scritto da Michael Baigent, Richard Leigh, e Henry Lincoln che fornisce una particolare visione sul Santo Graal. Questo libro è stato preso come base da Dan Brown nel suo bestseller Il Codice Da Vinci modificandone alcuni tratti.
L'opera fu pubblicata nel 1982 sulla base di tre documentari trasmessi
dalla BBC TV dal titolo The Lost Treasure of Jerusalem? ("Il tesoro perduto di Gerusalemme"), The Priest, the Painter and the Devil ("Il prete, il pittore e il diavolo") e The Shadow of the Templars ("L'ombra dei Templari") influenzati da un opera di De Sede "L'Or de Rennes" del 1967 in cui per la prima volta si parlò
del misterioso ritrovamneto di antiche pergamene a Rennes Le Chateau. Gli autori del libro ipotizzano che Gesù sposò Maria Maddalena dalla quale ebbe alcuni figli che emigrarono nella Francia meridionale dove sposarono alcuni membri nobili che originarono la dinastia dei Merovingi delle cui rivendicazioni se fece portavoce il Priorato di Sion per bocca di Pierre Plantard. Ma chi era Pierre Plantard? Non era di certo un tipo raccomandabile: durante la Seconda Guerra Mondiale sostenne il nazismo durante il regime di Vichy per poi entrare in un gruppo di partigiani dopo la fuga tedesca e, quando nel 1953 uscì dal carcere per appropriazione indebita, dichiarò di essere il Maestro di una associazione chiamata Priorato di Sion, fondato nell'Anno del Signore 1099 e che annoverava tra i Gran Maestri geni del calibro di Leonardo da Vinci, Victor Hugo. Così Pierre Plantard descive il Santo Graal.
“Non è un tesoro nascosto, monetario, profani che non capite niente; il tesoro
che Saunière aveva trovato sono i documenti della continuità della dinastia
merovingia che l'erede Sigisberto, scappato in quella zona, proseguì sposando
una principessa locale e dando inizio così ad una progenie che poi sarebbe
arrivata fino a me. Quelli erano i documenti segreti, il sacerdote ebbe
l'appoggio dell'Ordine segreto del Priorato di Sion di cui io sono il gran
Maestro e quest'Ordine segreto iniziatico ha lo scopo di custodire e di
conservare i documenti e di difendere la linea di sangue merovingio fino alla
sua restaurazione”

Nel medioevo il Graal è oggetto di racconti e ballate. In alcuni versioni è una coppa o un piatto in altre la sacra reliquia è una pietra caduta dal paradiso o la lancia di Longino che trafisse il costato di Cristo sulla Croce. Ritenuto una coppa o piatto, è E' chiaro quindi che Plantard non ritiene il Graal una coppa, ma
la discendenza diretta di Gesù Cristo e Maria Maddalena vantandosi di essere per questo, custode dei segreti e futuro re di Francia. Ma su cosa basava questa sua convinzione? Tra il 1964 e il 1967 il Priorato produsse i "Dossiers Secret" ritrovati presso la Bibliothèque Nationale de France, di Henri Lobineau su cui vi erano velati riferimenti al Priorato. Molti di questi documenti si riferivano a Berenger Sauniere, curato di un piccolo paesino francese: Rennes Le Chateau. E proprio da qui che ricomincia la nostra ricerca. Gli autori de "Il Santo Graal" utilizzarono i Dossier Secret convinti che fossero autentici. Le ipotesi dell'opera sono estremamente interessanti per quanto controverse. Affermano che esiste una società segreta-esoterica chiamata Priorato di Sion che fondò i cavalieri Templari per farne il proprio braccio armato. Non a caso nel 1099, al termine della prima crociata, un primo nucleo di cavalieri templari si presentò al cospetto di Goffredo di Buglione per proporsi come protettori delle strade che conducevano in Terra santa. Il compito
principale del Priorato è quello di riportare in Europa la dinastia merovingia che governò tra il 457 e 751. Il priorato mira a proteggere i nuovi merovingi in quanto discendenti di Gesù Maria Maddalena, discendenza avversata dalla Chiesa che ha tentato di eliminare i figli di Gesù e i loro presunti guardiani, i Templari e i Catari, in modo che il pontefice mantenesse il potere attraverso la pura discendenza di San Pietro. Se Questi
sono gli obiettivi riferibili al passato, il Priorato mira a svelare il Santo Graal e a restaurare in Europa le monarchie popolari, basate sul codice cavalleresco unificate da un culto imperiale di un re merovingio sia re in Europa sia Papa. Nonostante eminenti scrittori come Umberto Eco abbia definito il libro "modello di
fantastoria più sfacciato, affermando riguardo agli autori che la loro malafede è così evidente che il lettore vaccinato può divertirsi come se facesse un gioco di ruolo", ha avuto un ottimo successo, tanto da rivitalizzare la piccola cittadina francese di Rennes Le Chateau. Rennes Le Chateau sorge ai piedi dei Pirenei proprio al confine con la Spagna. Tutto nasce nel XIX secolo, nell'anno 1885, quando il parroco Berenger Sauniere, che fino ad allora viveva della poca elemosina dei cittadini, divenne improvvisamente ricco ed influente tanto da ricevere ospiti di nota influenza. La storia racconta che durante i lavori di ristrutturazione della piccola chiesa il parroco scoprì, all'interno di un pilastro, quattro pergamene arrotolate. preso dall'enfasi nel suo diario di lavoro scrisse "Oggi ho trovato un Tesoro!". Ad un primo esame sembravano testi biblici che rappresentavano in un caso lettere leggermente rialzate e in un altro caso lettere aggiunte senza una apparente logica. Sauniere portò i testi in giro, senza tuttavia riuscire a comprenderne il significato e dedusse, quindi, che fossero le mappe di un tesoro. Come detto in precedenza, questa ipotesi, fu supportata da Micheal Baigent
secondo cui il Graal non è il calice più volte rappresentato in libri, film e quadri ma "simbolo di un contenitore che vaccinato può divertirsi come se facesse un gioco di ruolo", ha avuto un ottimo successo, tanto da rivitalizzare la piccola cittadina francese di Rennes Le Chateau. Rennes Le Chateau sorge ai piedi dei Pirenei proprio al confine con la Spagna. Tutto nasce nel XIX secolo, nell'anno 1885, quando il parroco Berenger
Sauniere, che fino ad allora viveva della poca elemosina dei cittadini, divenne improvvisamente ricco ed influente tanto da ricevere ospiti di nota influenza. La storia racconta che durante i lavori di ristrutturazione della piccola chiesa il parroco scoprì, all'interno di un pilastro, quattro pergamene arrotolate. Preso dall'enfasi nel suo diario di lavoro scrisse "Oggi ho trovato un Tesoro!". Ad un primo esame sembravano testi biblici che
rappresentavano in un caso lettere leggermente rialzate e in un altro caso lettere aggiunte senza una apparente logica. Sauniere portò i testi in giro, senza tuttavia riuscire a comprenderne il significato e dedusse, quindi, che fossero le mappe di un tesoro. Come detto in precedenza, questa ipotesi, fu supportata da Micheal Baigent secondo cui il Graal non è il calice più volte rappresentato in libri, film e quadri ma "simbolo di un contenitore che contiene il lignaggio più sacro, il sacro sangue e il contenitore più ovvio è una donna che in seguito darà alla luce un bambino. Questo è il Graal è un modo per occultare la discendenza di Gesù che si sarebbe potuto sposare con la Maddalena in quanto la procreazione per gli ebrei era obbligatoria, e Gesù era un ebreo". Poco prima della sua morte, Sauniere restaurò la piccola chiesa con nuove ed inquietanti aggiunte e fece costruire la Torre Magdala, un appartamento meraviglioso da cui si può mirare la bellissima vallata sottostante. Sauniere iniziò a condurre una vita mondana, era spesso a Parigi dove era letteralmente appassionato di un pittore particolare: Nicolas Poussin. E non è un caso che proprio ne "Il Codice da Vinci" la scena iniziale sia dedicata all'omicidio di Sauniere, il curato del museo. Durante le sue escursioni al Louvre, Sauniere è letteralmente attratto da "I Pastori dell'Arcadia" una tela del 1640 nella quale è rappresentato un
sepolcro con l'iscrizione "Et in Arcadia Ego". La stessa rappresentazione in bassorilievo, fa da contorno alla tomba del pittore che si trova a Roma nella Basilica di San Lorenzo in Lucina nel pieno centro di Roma. Proprio in questa zona che di giorno è un via vai continuo di uomini e donne di ogni razza e religione, forse vi è una chiave di lettura interessante del mistero di Rennes. L'epitaffio posto al di sotto del bassorilievo recita,
infatti,

“Trattieni il pianto sincero, in questa tomba vive Poussin, che
aveva dato la vita ignorando egli stesso di morire. Qui egli tace
eppure, se vuoi sentirlo parlare, è sorprendente (come) vive e
parla nei (suoi) quadri”

L'unica differenza è che gli uomini raffigurati nel bassorilievo indicano solo una parte della Scritta..."In Arca Ego"...e non "in Arcadia". Che Nicolas Poussin fosse un esoterico è comprovato anche dal misterioso autoritratto. Guardando bene il quadro, si notano una squadra e un occhio onniveggente, a testimonianza
dell'enigmatica figura del pittore francese che forse ha portato con se un segreto. Rientrato a Rennes, Sauniere iniziò ad usufruire di indicibile ricchezze spendendo per la ristrutturazione circa quindici milioni di euro attuali. Si dice che il parroco nascose sotto la chiesa o la torre stessa qualcosa di molto importante: pochi anni fa un gruppo di studiosi, nonostante l'uso di tecnologia all'avanguardia, non seppero sfruttare il permesso a scavare del sindaco della città: difatti non trovarono nulla se non....un masso! La cittadina francese è stata visitata da note celebrità del passato come Grace Kelly e François Mitterand, celebre esoterico e massone e
Richard Wagner che visitò questi luoghi prima di comporre il Parsifal, opera incentrata sul Graal. Il curato muore nel 1917, alcuni testimoni dissero di aver visto uscire gridando il suo confessore pochi istanti prima della morte. Ma cosa c'entrano i templari con Rennes Le Chateau? L'Ordine del Tempio costruì
fortezze intorno alla cittadina come se volessero proteggere qualcosa di inestimabile valore, forse il Santo Graal qualunque cosa esso sia? La ricerca del Santo Graal va avanti da quasi 2000 anni. La leggenda vuole che il Santo Graal sia un calice che, usato nell'ultima cena, raccolse il sangue di Cristo durante la crocifissione e fu portato in Europa da Giuseppe di Arimatea lo stesso che pose Gesù sulla Pietra dell'Unzione (tutt'ora visibile nella Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme) per poi avvolgerlo in un telo di lino che passerà alla storia come la Sacra Sindone. Il Nazismo tentò di recuperare la sacra reliquia; Hitler, come sappiamo, era un mistico che voleva tutte le reliquie della cristianità per governare il mondo. Gli scavi che portò a termine
a Gerusalemme, però, non sortirono gli effetti sperati e anche a Rennes Le Chateau, nonostante gli scavi erano stati diretti da Otto Rahn gerarca nazista noto per le sue conoscenze esoteriche, non fu trovato nulla. Di certo, è facile pensare che non sia qualcosa di "materiale" ma qualcosa di spirituale, la ricerca non
comporta scavi archeologici e permessi speciali. Ma perché i Templari erano i presunti guardiani del Graal? La risposta è in una bellissima chiesa di Londra, Templi Church. Entrando nell'ampio giardino di ingresso, si nota una bella scultura di bronzo sulla testa di una colonna che raffigura il sigillo dei templari: due soldati su un cavallo a testimonianza della doppia figura intrinseca dell'ordine: povertà e milizia. La pianta di Temple Church è circolare, difficilmente trovabile se non in alcune chiese del XII secolo oppure a Roma con la chiesa di
Santo Stefano Rotondo che, guarda caso, raffigura la Gerusalemme Celeste in Terra. All'interno della Rotonda, che riprende l'Anastasis del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ci sono le immagini di nove cavalieri (si noti il "nove" come il gruppo fondatore dell'Ordine del Tempio) intesi come figli della chiesa. Questa analogia porta a pensare che, così come l'Anastasis protegge il sepolcro di Cristo, così la rotonda londinese protegge i nove cavalieri, i primi custodi di un segreto di portata immensa. Torniamo in Francia per continuare la nostra ricerca a Rennes Le Chateau. Secondo Baigent

“i templari erano settore difensivo di un gruppo di persone che
volevano difendere la discendenza di Gesù”

Da qui si capisce che la posizione in cui si trova Rennes Le Chateau non è casuale: essa è posta in un punto strategicamente molto importante ed è circondata da altri siti costruiti dai templari: Champagne Sur-Aude che era una importante base e fungeva da stazione di appoggio dove si depositavano materiali, dove avveniva l'addestramento degli uomini e dove si raccoglieva denaro; Blanchefort dove nacque l'omonimo maestro
del Tempio Bertrand de Blanchefort (1156-1169) e un castello templare a Bezu. Rennes si trova proprio al centro di questo triangolo immaginario. La roccaforte di Bezu è estremamente difficile da raggiungere, il tempo e le piante hanno letteralmente coperto la piccola stradina che porta dritto nella roccaforte e ciò
porta a pensare che i templari non volevano intrusi; e proprio per questo, forse, scelsero questa zona. Essa è sopraelevata e la sua sicurezza la portò a diventare un punto di rifornimenti per il medio oriente. Ma, di certo, Rennes non è la sola cittadina sopraelevata, come mai i templari fortificarono in questo preciso punto? Nonostante alcuni scavi molto recenti avessero tirato fuori solamente un masso, ogni anno arrivano migliaia di
persone da tutto il mondo che, guida e macchina fotografica alla mano, cercano di carpire i segreti più nascosti di questa piccola chiesa che, certamente, ha una aria estremamente particolare. Anche la scritta "Terribilis est locus iste" (Terribile è questo luogo) non fa altro che alimentare la leggenda del parroco e
delle pergamene. Il misteri legati ai templari sono alimentati anche dalla fine tragica e repentina che li vide come vittime. La celeberrima flotta templare di La Rochelle scomparve nel nulla :si dice addirittura che arrivarono negli Stati Uniti portando con loro il tesoro e il Santo Graal oppure si dice che sbarcarono in
Scozia sotto la protezione di Robert Bruce, condottiero scozzese che si avvalse della collaborazione dei Cavalieri Templari durante la battaglia di Bannockburn ricordata nell'Inno scozzese The Flower of Scotland. Se il Graal si trova davvero in Scozia, è il caso di porre la nostra attenzione nella cappella di Rosslyn.
Nel tempo anche in questo sito molte persone hanno tentato scavi per capire se sotto la cripta si trovasse il tesoro ma più volte ogni tentativo di scavo fu proibito sia perché avrebbe messo in pericolo la struttura stessa bloccando l'afflusso dei turisti, sia perché, qualora si trovasse davvero qualcosa, ci sarebbe un tale richiamo turistico che renderebbe inagibile la chiesa stessa...come dire...come la giri la giri, meglio non sapere! La Cappella di Rosslyn, in realtà, avrebbe la celata funzione di "casa". A sedici chilometri da Edimburgo è un
vero e proprio concentrato di simboli massonici e templari e ciò fa pensare che i templari in un certo senso fossero proprio precursoridella massoneria che nascerà solamente nel 1717. La stessa parola Rosslyn significa "Antica conoscenza tramandata da generazione in generazione": quale sarà questa conoscenza?
La cappella fu commissionata dal conte William di Satin Clair con l'idea di farne la sua tomba (tutt'ora visibile). I lavori iniziarono il 21 settembre dell'anno 1446 giorno dell'equinozio di autunno e fu inaugurata quattro anni più tardi allo stesso giorno e stesso mese. William era legatissimo al mondo esoterico, e la
sua passione per l'occulto lo aveva portato a decorare la cappella con alcune incisioni molto particolari riguardanti simboli massonici, ambiente a cui era molto legato. William annoverava tra i suoi antenati un certo Conte di Saint Clair che accolse l'Appello a Clermont di Urbano II partecipando alla prima crociata in Terra santa ma soprattutto Catherine di Saint Clair che nel 1101 sposò Hugh De Payns fondatore dell'Ordine del
Tempio. Unitamente alla tomba di William troviamo anche quella del nonno Henry il quale si dice, sia arrivato in America insieme al veneziano Antonio Zeno: questo perché in alcune colonne della cappella troviamo rappresentazioni di piante di aloe e di mais che erano totalmente sconosciute in quel periodo (arrivarono in Europa solo dopo la scoperta dell'America). Secondo i racconti Zeno salpò dalle coste scozzesi con dodici barche raggiungendo l'attuale Canada in un punto chiamato Nuova Scozia e stabilendosi a New Port un luogo
che potrebbe essere luogo di un segreto. Anche se la flotta di La Rochelle scomparve dal nulla dopo aver lasciato il porto per evitare che entrasse nelle mani di Filippo il Bello, è facile che qualche nave approdò in Scozia. L'elemento più interessante della cappella è la famosa "Colonna dell'Apprendista" che,
nonostante sia ritenuta cristiana, rappresenta simboli che non hanno nulla a che fare con il cristianesimo. La colonna raffigura l'Albero della Vita intriso di elementi pagani come ad esempio i draghi posti sulla base della stessa dalle cui fauci infuocate escono piante rampicanti che ricoprono a spirale la colonna. Si dice che il disegno della colonna era stato commissionato da William Saint Clair sulla base di un suo disegno ma era
estremamente complicata da realizzare tanto che un noto scalpellino si arrese dopo molti tentativi che non incontravano il bene placito di William. Ma, come si suol dire talvolta, l'allievo supera il maestro e fu proprio un allievo del mastro scalpellino a creare la colonna sulla base di alcune indicazione pervenute durante il sonno. La colonna era perfetta. Quando il maestro vide il capolavoro uccise il giovane apprendista in preda alla furia più ceca. Decise di costruire una colonna, chiamata "Colonna del Maestro" che però non ebbe la stessa bellezza. Alcune teorie affermano che all'interno della colonna sia celato il Santo Graal in quanto coppa. Alcuni ricercatori qualche anno or sono, si avvicinarono con un metal detector alla colonna e in prossimità del centro della stessa, iniziò a suonare...evidentemente aveva intercettato qualcosa di metallico. Fu richiesta l'autorizzazione ad aprire la colonna ma, ovviamente, non fu concessa. Lo studioso Laidler che incontreremo nuovamente quando parleremo della Sindone affermò
“Sono certo che la testa di Cristo sia stata sepolta sotto il
pilastro dell'Apprendista. Le prove sono schiaccianti. E'
frustrante che la Rosslyn Chapel non consenta un pieno scavo. I
Templari sono ancora in Scozia ed uno di loro mi ha contattato
circa un passaggio segreto che dalla Rosslyn Chapel porta sino
al vicino Castello, così che potrebbe essere plausibile che la
testa sia stata da tempo rimossa”

Rosslyn Chapel fu costruita sulla base del Tempio di Erode eretto sullo stesso luogo dove fu costruito il Tempio di Salomone. Le due costruzioni hanno molto in comune tra cui le due colonne: quella dell'Apprendista e quella del Maestro corrisponderebbero a quella di Boaz e quella di Jachim che, guarda caso, ricordano la struttura di un tipico tempio massonico. Hiram, il leggendario architetto del Tempio, fu ucciso così come i Santi Quattro Coronati che, per essersi opporsi ad una commissione di Diocleziano, furono barbaramente uccisi divenendo così patroni della Massoneria. I misteri della cappella, non si limitano alle sole colonne: il soffitto stesso è ricco di stelle, rose e gigli e ciò non è da considerarsi un caso. Le stelle e le rose ricordano la decorazione dei templi dedicati ad Ishtar e al figlio Tammuz; i gigli, invece, erano scolpiti sulle colonne di Boaz e Jachim nel Tempio di Salomone. Al centro della navata sarebbe situata il centro di una stella a sei punte luogo in cui, nel tempio originario, era custodita un'altra leggendaria reliquia: l'Arca dell'Alleanza. L'Arca, si dice, contenga le tavole dei Dieci Comandamenti che Dio dettò a Mosè sul Monte Sinai. Secondo la Bibbia, che la descrive nel libro dell'Esodo, l'Arca era un contenitore di legno e oro puro
con quattro angeli ai lati. Due stanghe di legno e ricoperte anch'esse d'oro, erano infilate in alcuni anelli per trasportarla. Secondo la leggenda, l'Arca era dotata di poteri immensi, in grado anche di emettere raggi di potenza accecante. La strana architettura dell'enigmatica cappella scozzese porta a pensare che i cavalieri templari che naturalmente si siano integrati in altre confraternite misteriose in una sorte di Massoneria ante litteram che ha inquietanti analogie con i Templari e di questo vi sono tracce evidenti; alcune figure hanno una particolare posizione delle mani sul petto e sulle ginocchia, entrambi segni dei massoni, una delle più importanti confraternite della Storia. Ben quattordici presidenti Usa erano massoni insieme a gran parte dei Padri Fondatori, padri fondatori, i massoni tengono i rituali segreti ma nel corso degli anni mostrano somigliante con i cavalieri templari. A Rosslyn, infatti è presente una figura umana che indossa una croce e tiene una fune legata al collo di un uomo proprio in maniera molto simile all'iniziato massone che, bendato, viene accompagnato verso il Tempio che, guarda caso, ha come entrata le due colonne dell'Apprendista, o Boaz, e
del Maestro, o Jachim, proprio come il Tempio di Salomone. Viene da pensare quindi che i massoni e i templari abbiano legami di sangue, anzi è probabile che la massoneria ufficiale, ossia quella conosciuta dal 1717, nasca proprio per rievocare gli ideali cavallereschi dei templari tralasciando quelli religiosi in quanto i massoni non sono atei ma credono in un Grande Architetto dell'Universo, quindi non in Dio in quanto venerato dalle altre confessioni religiosi che comunque sono ben tollerate all'interno del Tempio Massonico. Tra l'altro abbiamo visto poco fa che il fondatore dei Templari Payns aveva sposato la figlia di un Saint Clair quindi niente è più facile che la nobile famiglia francese sia diretta figlia dei Templari. E' importante ricordare anche che i Saint Clair stessi sono citati come eredi massoneria scozzesi,e a ancora oggi alcune organizzazioni
prettamente massoniche usano codici dei Cavalieri del Tempio. L'organizzazione giovanile massonica si chiama De Molay e, se vogliamo crederlo, possiamo credere, quindi che i massoni sono i figli dei templari e forse il Santo Graal è proprio nel loro spirito: non sarebbe nulla di materiale, quindi né la testa di San
Giovanni Battista, né la testa di Cristo, né la linea di Sangue, né il Calice ma forse il Santo Graal altro non è che una ricerca interiore che ogni uomo compie con l'aiuto di Dio e del sacrificio che ci impone ogni giorno. 

LA PREGHIERA DEI PRIGIONIERI TEMPLARI

Santa Maria, madre di Dio, piissima, gloriosa, santa genitrice di Dio, preziosa e sempre vergine Maria, salvezza di chi è alla deriva, consolazione di chi spera, tu che conforti e difendi chi si pente dei suoi peccati, dona a noi consiglio e difesa; e proteggi l'ordine religioso tuo, che fu fondato dal beato Bernardo tuo santo confessore con altri uomini buoni della Santa Chiesa di Roma, e dedicato a te, santissima e gloriosissima. Te imploriamo umilmente, concedi la libertà per il nostro ordine, con l'intercessione degli angeli, degli arcangeli, dei profeti, degli evangelisti, degli apostoli, dei martiri, dei confessori, delle vergini, e nonostante tutte le calunnie rovesciate su di noi dai bugiardi, come tu sai, i nostri avversari siano ricondotti alla verità e alla carità, sicché noi possiamo serbare i nostri voti e i comandamenti del Signore nostro Gesù Cristo tuo figlio, che è difensore, creatore e redentore nostro, salvatore pieno di misericordia, Dio che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen".

(©L'Osservatore Romano - 21 agosto 2008)

GRAFFITI TEMPLARI A SFONDO SESSUALE A TARQUINIA

E' stata recentemente scoperta a Tarquinia, pochi chilometri a Nord di Roma, una necropoli etrusca ricca di graffiti che rimanderebbero inequivocablemnte ai cavalieri templari e "OTEM" e uno di essi. Il lavoro è stato condotto dal prof. di Paleografia di Chieti che maertedì 19 febbraio ha anticipato i risultati della sua ricerca con un libro dal titolo “Graffiti templari. Strutture e simboli medievali in una tomba etrusca a Tarquinia” (casa editrice Viella) aquistabile alla fine del post. "La prima volta che sono entrato all’interno della Tomba Bartoccini era il 2000 – racconta Carlo Tedeschi - Avevo visto delle fotografie del suo interno sul Catalogo della Pittura Etrusca di Tarquinia di Stefan Steingraber. E vi avevo immediatamente riconosciuto alcuni graffiti riconducibili al Medioevo. Ma quando misi piede per la prima volta dentro alla tomba le idee non si chiarirono per niente.  Quando vi rientrai nel 2009 le cose cominciarono a chiarirsi: si trattava sicuramente di graffiti in volgare, ed era la prima volta che se ne rinvenivano nell’Alto Lazio. Ma c’era un verbo che alludeva inequivocabilmente ad atti sessuali e si ripeteva quasi in ognuna delle iscrizioni. Ne conclusi che la tomba doveva essersi trasformata, in epoca medievale, in un luogo di incontri di piacere. Parecchie cose non mi quadravano affatto. Era evidente che le iscrizioni erano tutte della stessa mano. E, dall’esame delle decorazioni che affollano le pareti, era chiaro che affianco ad un gran numero di scritte profane vi erano anche numerosi segni di esplicita valenza simbolico-religiosa: croci presenti ovunque, numerose stelle a cinque punte, la cornucopia. c’erano due parole: frater e magister che apparivano in più graffiti. I frequentatori quindi facevano parte di un ordine religioso che tra i suoi gradi gerarchici prevedeva anche la figura del magister. Ripensai alle decorazioni, alla grande croce latina sopra l’ingresso della sala più interna, alla decorazione murale della tomba a scacchiera bianca e rossa che rimanda inequivocabilmente ai colori simbolo dei cavalieri Templari, alla simbologia e ai riti che dai testi antichi si collegano alla vita dell’ordine. Avevo bisogno solo di un sigillo che certificasse la veridicità della mia ipotesi". E fortunatamente arrivò il sigillo atteso, esso recitava “SI FOTEO QUESTA GROTA F. RAINERI RANIERUS OTEM” dimostrando quindi che un certo Raniero si dilettava in pratiche sessuali nella stessa grotta; senonchè il suo nome è seguito da OTEM che starebbe per Ordine Templare. "Per convincermi che si trattasse della prima testimonianza della frequentazione per usi rituali a sfondo sessuale da parte di Cavalieri dell’Ordine dei Templari – ammette Tedesco – ho dovuto quasi far violenza a me stesso. Un argomento spinoso, controverso, che scivola con facilità dalla storia al mito, destinato a sollevare un vespaio. Mi sono confrontato con molti studiosi e devo ringraziare Maria Cataldi e Gabriella Scapaticci della Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale che mi hanno facilitato nelle ricerche. Certamente ci sarà chi non sarà d’accordo, come sempre quando si tratta di Templari. Ma io faccio il paleografo. Ho raccolto dei dati e quei dati portavano inequivocabilmente in una direzione".

IL VERO CODICE DEI TEMPLARI

Al di là delle più disparate leggende fiorite su di un presunto codice segreto dei Templari, in realtà l'Ordine aveva un proprio rigido e dettagliato codice composto da una serie di norme. Fu proprio la rigida disciplina monastica, applicata alla vita militare e codificata in questi testi, a fare sì che i Templari divenissero dei formidabili combattenti della guerra contro gli “infedeli”. Comunque li si voglia considerare, eroi o fanatici, di fatto per la prima volta nella storia, emerge la figura del combattente permanentemente votato alla guerra in nome di una “ideologia”. Tali norme, elaborate durante circa due secoli di attività, ci sono state tramandate in maniera frammentaria e disordinata. La fine improvvisa e cruenta del Tempio, avvenuta agli inizi del XIV secolo, impedì che nei secoli successivi si operasse una sistematizzazione dei testi, così come avvenne invece per gli altri Ordini religioso-cavallereschi (Ospitalieri, Teutonici, ecc.). Giovanni Amatuccio, autore della più recente e completa edizione critica del Corpus normativo templare, propone qui la traduzione italiana integrale della sua edizione, arrangiata e organizzata, però, secondo criteri contenutistici, che - pur mantenendo un’assoluta fedeltà ai testi originali - rendono il Corpus più facilmente fruibile al lettore moderno. 
Giovanni Amatuccio è Dottore di Ricerca in Storia Medievale, ed esperto in Storia Militare del Medioevo e in storia degli Ordini monastico-militari. Su quest’ultimo argomento, oltre a vari articoli e saggi, ha pubblicato di recente una nuova e aggiornata edizione critica della Regola e degli Statuti templari (Il Corpus normativo templare. Edizione dei testi romanzi con traduzione e commento in italiano, Congedo Editore, 2009).

10 ITINERARI TEMPLARI IN ITALIA

Attorno ai Templari sono nate mille leggende collegate al Sacro Graal e legate ad alcuni luoghi simbolici. Gli ultimi templari furono condannati come eretici. Ecco dieci luoghi in Italia dove pare si riunissero e detenessero il loro potere. Questo elenco redatto dal giornale Libero è sicuramente estremamente incompleto, nella sola Narni c'è un altro esempio di chiesa templare, per non dimenticare Roma e altri posti...ma senza dubbio sono luoghi un po' insoliti, interessanti da visitare e sicuramente oggetto di studio!

Castelmezzano (in provincia di Potenza), l'intero borgo
Borgo arroccato tra le alte guglie delle Dolomiti Lucane, la città era magione templare, sono molti i simboli che ne testimoniano la presenza: lo stemma del Paese con un cavallo nero montato da due cavallieri.

Narni (Terni), la Chiesa di Santa Prudenziana
Inconfondibili segni all'ingresso della Chiesa, coi suoi 30 metri di campanile. E' un simbolo della storia templare la finestra a forma di croce maltese: d'estate uno strano fenomeno permette alla luce di entrare da questa apertura e inondare di rosso "sangue" le navate.

Castel del Monte, nel comune di Andria
Un edificio costruito per finalità di pace, tutto costruito sull base del numero otto, i "sacri" cavallieri erano padroni di tutta la Puglia come dimostrano le numerose testimonianze dal Foggiano al Leccese.

Varano de' Melegari (Parma)
Molte leggende parlano della storia del battistero ottagonale della Pieve: dal culto di Diana al passaggio dei Cavalieri Templari.

Camerano (in provincia di Ancona)
Nella Grotta Trionfi è presente un tempietto con pianta circolare nove nicchie e un sedile indicato come lo "scranno del Magister".

Castello della Rotta a Moncalieri (Torino)
La rocca è non soltanto infestata dai fantasmi ma luogo templare: posseduta dall'Ordine intorno al 1100, pare custodisca le vestigia di un cavalliere crociato col suo cavallo, che si è fatto lì seppellire perché la sua amata era stata buttata dalla torre da un principe geloso.

Grotte di Osimo (Ancona)
Il sottosuolo della città è percorso da una fitta rete di cunicoli e ambienti sotterranei scavati a più livelli, che fanno di questo posto un luogo di misteri. Vi era il più antico stanziamento templare in San Filippo de Plano, dal 1167 al 1317.

Castello della Magione di Poggibonsi (Siena)
Appartenne inizialmente ai Cavalieri templari, la costruzione è costituita da un'antica chiesa e da uno "spedale" per i pellegrini in transito sulla via Francigena.

Ruvo di Puglia (Bari)
All'inizio del 1200 si ebbe la costituzione di un nuovo insediamento templare a Ruvo di Puglia, presso la chiesa di Santa Maria di Calentano.

Maratea (Potenza), la Chiesa di San Vito
Non abbiamo prove documentate che i cavalieri Templari abbiamo avuto sede nell'antica Chiesa di San Vito, ma hanno lasciato alcune simbologie caratteristiche proprio dai cavalieri. In fronte all’altare è presente una croce fiorata, contornata da rose distribuite in maniera decorativa. La rosa è un simbolo che ricordiamo essere molto amato dai Templari.

EX OSPEDALE TEMPLARE SCOPERTO A GERUSALEMME

Dal giornale Spagnolo "El Pais" veniamo a conoscenza di una scoperta molto interessante ed importante. Durante degli scavi effettuati nella parte vecchia di Gerusalemme, è stata scoperta una enorme struttura che risale probabilmente all'epoca delle Crociate e quindi collocabili tra il 1099 (presa di Gerusalemme, peraltro estremamente sanguinosa) e il 1291 con la caduta di Acri, ultimo baluardo cristiano in Terra santa e che potrebbe essere un ospedale in grado di raccogliere, secondo Renee Forestany, direttore dello scavo dell'Israel Antiquities Authority (IAA), anche duemila pazienti per una superficie complessiva di oltre 14 mila metri quadrati. L'edificio si trova nel quartiere cristiano della Città Santa in una zona dove fino a pochi anni fa vi era un mercato. I responsabili dello scavo si sono trovati dinanzi ad una enorme struttura, con numerosi pilastri e archi e varie suddivisioni in zone più grandi e più piccole. 
"Abbiamo imparato a conoscere l'ospedale da documenti storici contemporanei, molti dei quali sono in latino," dicono, e spiegano inoltre che questi menzionano l'esistenza di un ospedale sofisticato costruito da un ordine militare cristiano chiamato "Ordine di San Giovanni dell'Ospedale a Gerusalemme. "
E ciò non è un caso: i membri dell'Ordine di San Giovanni giuravano di assistere i pellegrini che si recavano in Terra Santa ma anche di unirsi agli altri combattenti se ve ne fosse stato bisogno. La struttura dell'ambulatorio scoperto, ricalca la struttura degli ospedali moderni: vi sono ali e dipartimenti secondo le malattie dei pazienti e in caso di necessità la capacità massima era di ben duemila persone. I membri dell'Ordine di San Giovanni si occupavano anche di uomini, donne e bambini di altra religiose e anche dei figli abbandonati i quali venivano curati e mantenuti fino al loro ingresso nell'ordine. L'Israel Antiquities Authority (IAA),sottolineando che a quei tempi l'igiene non era certo all'ordine del giorno, riporta il caso di un medico che amputò la gamba di un cavaliere che morì dopo pochi giorni per infezione. Nello "staff medico" vi erano anche medici arabi già noti per le loro conoscenze in materia. Dopo la sconfitta dei Cristiani contro Saladino questi, appena preso possesso della città, si stabilì nei pressi dell'ospedale ristrutturandolo e permettendo ai membri dell'ordine di continuare la propria opera di assistenza. Nel 1457 l'edificio crollò e per tutto il medioevo l'ospedale fu usato come stalla di cavalli e cammelli: infatti oltre a ossa sono stati ritrovati anche elementi di ferro e metallo che servivano alla ferratura del cavallo. Secondo Monser Shwieki, direttore del progetto, parte dell'edificio diventerà un ristorante, e "i suoi clienti rimarranno impressionati dall'incantevole atmosfera medievale che vi si respira".

Fonte: cultura.elpais.com 

XXXI CONVEGNO RICERCHE TEMPLARI A CURA DELLA LARTI






Il 12 ottobre 2013, presso la Sala dei Cavalieri, in Strada Maggiore a Bologna, si terrà il XXXI Convegno di Ricerche Templari organizzato dalla nostra associazione. Di seguito pubblichiamo il programma delle relazioni e la ricettività alberghiera, per comodità di soci ed appassionati.
Il convegno è gratuito ed è aperto a tutti.

Programma

ore 9,00 – inizio del convegno
ore 9,30-10,00 – saluto delle Autorità
ore 10,00-10,30 – Giampiero Bagni: I Templari a Bologna e frate Pietro
ore 10,30-11,00 – Loredana Imperio: Everard de Barres, terzo maestro del Tempio
ore 11,00-11,15 – intervallo
ore 11,15-11,45 – Vito Ricci: Gli Ordini religioso-militari ed i porti pugliesi
ore 11,45-12,15 – Fabio Serafini: La magione templare de La Rochelle
ore 12,15-12,45 – spazio per le domande
ore 12,45-15,00 – intervallo di colazione
ore 15,30-16,00 – Enzo Valentini: I passatempo dei Templari
ore 16,00-16,30 – Anna Maria Caroti: I Templari ad Ypres (Belgio)
ore 16,30-17,00 – Nadia Bagnarini, Aurora Magalotti: Santa Maria del Tempio di Valentano (Viterbo): tra storia, architettura e recupero
ore 17,00-17,15 – intervallo
ore 17,15-17,45 – Sergio Sammarco: La chiesa di Santa Maria di Norbello (Oristano): un probabile possedimento templare nel Giudicato di Arborea
ore 17,45-18,15 – Vito Ricci: Templari: un fenomeno di business e marketing?
ore 18,15-18,45 – Fabio Serafini: Falsi ed inesattezza nella ricerca templare
ore 18,45-19,15 – spazio per le domande
ore 19,30 – chiusura del convegno

Ricettività alberghiera

Hotel Pedrini
Strada Maggiore, 79 – Bologna – tel 051300081 – info@hotelpedrini.it – www.hotelpedrini.it
Prezzo camera (inclusa prima colazione, esclusa tassa soggiorno di euro 1,50 a persona):
- camera doppia: 79,00 euro a notte
- camera doppia uso singolo: 65,00 euro a notte
Parcheggio:
- privato interno e permesso rilasciato da loro per entrare nel centro storico
- costo: 15,00 euro al giorno, oppure 9,00 euro per permesso di accesso e poi parcheggio nel parcheggio della Sala dei Cavalieri
Distanza dalla Sala dei Cavalieri: 100 metri

Hotel Blumen
via Mazzini, 45 – Bologna – tel 051344672 – hotelblumen@tin.it – www.hotelblumen.it
Prezzo camera (inclusa prima colazione, esclusa tassa soggiorno di euro 1,50 a persona):
- camera doppia o matrimoniale: 79,00 euro a notte
Parcheggio:
- circa 15 posti auto ma non è possibile prenotare; pertanto è necessario arrivare nel primo pomeriggio per trovare posto senza costo aggiuntivo
Distanza dalla Sala dei Cavalieri: 10 minuti a piedi

Nuovo Hotel del Porto
via del Porto, 6 – Bologna – tel. 051.247926 – info@nuovohoteldelporto.com
www.nuovohoteldelporto.com
Prezzo camera (inclusa prima colazione, esclusa tassa soggiorno di euro 1,50 a persona):
- camera doppia o matrimoniale: 59,50 euro a notte
Parcheggio:
- costo: euro 12,00 al giorno, per auto
Distanza dalla Sala dei Cavalieri: 25 minuti a piedi o 10 minuti in taxi
Varie: internet wi-fi banda larga in camera e zone comuni; è possibile cancellare la prenotazione senza addebito di penale (pari al costo della prima notte di soggiorno) fino alle 24,00 dell’8 ottobre.

Top Hotel Park Bologna
Via Nazionale, 67 – Pianoro / Bologna – tel. 051.6516504 – info@tophotelpark.it – www.tophotelpark.it
Prezzo camera (inclusa prima colazione, esclusa tassa soggiorno di euro 1,50 a persona):
- camera doppia ad uso individuale: 39,00 euro a notte
- camera doppia a 2 letti: 53,00 euro a notte
- camera matrimoniale: 53,00 euro a notte
- camera tripla: 68,00 euro a notte
Parcheggio:
- privato
Distanza dalla Sala dei Cavalieri:
- Bus pubblico (n. 96) con fermata davanti all’Hotel con destinazione Bologna (Piazza Cavour); tempo percorrenza circa 30 minuti; frequenza circa ogni 15/20 minuti; biglietto di 2 euro acquistabile presso la reception; ultima corsa da Piazza Cavour per Hotel alle ore 20,40.

Fonte: Larti

LA CADUTA DI SAN GIOVANNI D'ACRI

L'assedio di San Giovanni d'Acri (noto anche come caduta di San Giovanni d'Acri) fu un evento bellico che ebbe luogo nella primavera del 1291 e si concluse con la conquista della città da parte dei musulmani, che la strapparono ai Crociati. L'episodio segnò la fine delle Crociate in Oriente e il crollo del regno di Gerusalemme, a cui seguì l'estromissione dei Franchi dalla Terrasanta. Nel 1187, con la battaglia di Hattin, i crociati avevano subito una decisiva sconfitta da parte del sultano ayyubide Salah al-Din, che nel giro di pochi anni aveva riconquistato Gerusalemme e buona parte della Palestina. Con l'aiuto delle armate della Terza Crociata i cristiani avevano ripreso possesso di alcuni territori perduti, compresa Acri, che divenne capitale del ricostituito regno di Gerusalemme (noto perciò anche come regno di Acri). La morte di Saladino nel 1193 provocò l'arresto delle campagne contro i crociati e segnò l'inizio di un periodo di frammentazione politica della regione siro-palestinese destinata a durare oltre mezzo secolo. Con l'avvento al potere dei Mamelucchi in Egitto, nel 1250, le ostilità contro i cristiani ripresero, soprattutto per iniziativa del sultano Baybars (1260-77), che nel 1265 strappò ai crociati Caesarea, Haifa e Arsuf e nel 1268 conquistò Antiochia. Queste perdite territoriali allarmarono l'Occidente: Luigi IX di Francia decise di intervenire guidando una spedizione militare direttamente contro l'Egitto, per fiaccarne la capacità offensiva. La crociata terminò prima ancora di iniziare, con la morte del re a Tunisi nel 1270. L'ultimo tentativo fu compiuto dal principe Edoardo d'Inghilterra nel 1271-72, ma anch'esso fallì. Il successore di Baybars, Qalawun, proseguì l'opera del suo predecessore, smantellando pezzo per pezzo ciò che restava del regno crociato: conquistò la fortezza degli Ospitalieri di Qala'at Marqab, nel 1287 prese Laodicea e nel 1289 Tripoli. Alla sua morte, nel novembre del 1290, gli successe il figlio Al-Ashraf Khalil, deciso a chiudere definitivamente i conti con i cristiani. Il pretesto per l'intervento militare venne offerto al sultano da una serie di violenze perpetrate ai danni dei musulmani di Acri da gruppi di pellegrini giunti dall'Occidente sulla scia dell'entusiasmo religioso suscitato da vescovi e predicatori. Molti mercanti furono rapinati e malmenati, altri uccisi. Le autorità cittadine cercarono di arginare lo zelo eccessivo dei nuovi arrivati, nel timore che la fragile tregua stabilita coi Mamelucchi nel 1289 per una durata di dieci anni potesse finire compromessa. 
Il maestro del Tempio Guglielmo di Beaujeu, che aveva cercato di punire i responsabili ed evitare che la situazione precipitasse, rese pubblica una missiva del sultano nella quale venivano duramente condannati gli episodi di violenza e si annunciava una ormai inevitabile ritorsione militare. Alla città non restò che prepararsi all'assedio. Le truppe mamelucche arrivarono davanti alle porte della città il 5 aprile 1291. Al-Ashraf comandava un esercito di 160.000 fanti e 60.000 cavalieri, mentre i cristiani potevano contare su 14.00 fanti, 1300 sergenti appiedati e appena 700 cavalieri. San Giovanni d'Acri era protetta da una doppia cinta di mura che la rendeva difficilmente espugnabile. I musulmani disposero quattro enormi macchine da guerra in corrispondenza dei tre versanti terrestri delle fortificazioni, mentre gli assediati schierarono le proprie difese: gli Ospitalieri e i Templari sulle mura settentrionali, i Cavalieri teutonici, insieme agli armati francesi e inglesi, su quelle sud-orientali, mentre i cavalieri siriani e ciprioti al comando di Amalrico di Lusignano difendevano le mura a est, di fronte al centro dello schieramento nemico. Le macchine musulmane si misero in movimento dando inizio all'assedio con una pioggia di massi che durò giorni. Il 15 aprile, sotto la guida di Beaujeu, gli assediati tentarono una sortita notturna nell'accampamento nemico, ma la reazione dei mamelucchi fu talmente tempestiva da costringerli ad una rapida ritirata. Il re di Gerusalemme Enrico II sbarcò in città il 4 maggio con un contingente di 500 fanti e 200 cavalieri e tentò di risolvere la questione per via diplomatica, inviando ambasciatori a trattare col sultano. Al-Ashraf li rispedì indietro e lo stesso Enrico giudicò più prudente fare ritorno a Cipro, mentre i suoi armati restavano a dare il loro contributo alla difesa della città. Il 15 maggio una delle torri di difesa, la Torre Nuova, crollò, ma i crociati si affrettarono a riempire la breccia di detriti e a costruirvi alle spalle una struttura di legno che impedisse agli assedianti di utilizzarla come varco. Il 18 maggio il sultano lanciò un attacco combinato su tutti e tre i fronti della città, scatenando il panico fra i difensori e gli abitanti. Mentre Guglielmo di Beaujeu moriva colpito da una freccia, le truppe mamelucche sfondarono la Porta Sant'Antonio e la breccia aperta giorni prima, le cui difese erano state abbandonate. La folla sciamò verso il porto, cercando rifugio sulle poche navi disponibili, alcune delle quali affondarono per il carico eccessivo di fuggiaschi. Anche il patriarca morì annegato. Circa diecimila persone si rifugiarono nella Cupola di Acri, la fortezza dei Templari difesa dal maresciallo dell'ordine Pietro di Sevrey. Dalle torri rivolte verso il mare furono imbarcati molti dei fuggitivi e la Cupola resistette ad altri dieci giorni di attacchi. A quel punto il sultano offrì a Pietro di Sevrey la possibilità della resa con l'onore delle armi, ma all'apertura delle porte i mamelucchi attaccarono i civili, provocando la reazione dei Templari e la prosecuzione dell'assedio fino ad una nuova resa, di cui Al-Ashraf approfittò per far decapitare il maresciallo e gli altri cavalieri che erano venuti a chiedere la sua clemenza. Il 28 maggio i musulmani scavarono delle gallerie sotto la Cupola per spezzare la resistenza degli ultimi Templari rimasti, ma la struttura cedette e crollò su assedianti e assediati. San Giovanni d'Acri era definitivamente nelle mani del sultano. La caduta di San Giovanni d'Acri segnò la fine del regno crociato. Nel giro di pochi mesi tutte le altre fortezze cristiane sul litorale siriano furono conquistate dai musulmani: Tiro, Sidone, Beirut, Tortosa. L'ultima resistenza fu ancora una volta quella dei Templari, che si rifugiarono sull'isoletta di Ruad, dalla quale furono scacciati agli inizi del nuovo secolo. Il titolo sovrano di Gerusalemme fu mantenuto dalla dinastia dei Lusignano di Cipro e da questi trasmesso ai Duchi di Savoia (poi re di Sardegna e infine re d'Italia).

Fonte: Wikipedia

Immagine tratta da Wikipedia, Autore Isa Alcala

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...