I CAVALIERI DEL TEMPIO

Nati nel 1099 dopo l'assedio di Gerusalemme per difendere la Terra Santa, ancora oggi sono oggetti di studio e passione!

LE CROCIATE

L'affascinante storia delle Crociate in Terra Santa

sabato 29 marzo 2014

IL PROCESSO AI TEMPLARI - 3


In quei mesi dell’estate 1307, papa Clemente V era angustiato per via di ripetute denunce che gli provenivano da parte di Filippo il Bello, denunce circa una strana forma di corruzione che secondo il sovrano aveva completamente infettato l’ordine del Tempio. Poiché Filippo il Bello aveva fatto diffondere queste dicerie presso le maggiori corti d’Europa, agli inizi dell’estate 1307 il Gran Maestro frate Jacques de Molay si era rivolto al papa chiedendogli di svolgere un’inchiesta sullo stato dell’ordine onde fare chiarezza una volta per tutte; del resto il pontefice romano era l’unica autorità legittima in grado di indagare sui membri del Tempio. Clemente V aveva accettato e programmato l’apertura dell’inchiesta per la fine del mese di ottobre, appena terminata la sua terapia; se non ché, appena due settimane prima, ricevette da un corriere la notizia che tutti i Templari residenti in Francia erano stati arrestati all’improvviso dietro ordine del re. Gli uomini che avrebbe dovuto esaminare in realtà erano già stati dichiarati colpevoli, torturati e interrogati dall’autorità laica con l’appoggio dell’Inquisizione di Francia. Il sovrano motivava il suo gesto affermando che i Templari durante le loro cerimonie d’ingresso usavano rinnegare Gesù Cristo e sputare sulla croce, oltre a commettere altri reati minori; il tutto era stato accostato dai giuristi reali in un coerente teorema accusatorio per dimostrare che tali gesti erano la prova di un vero e proprio credo eretico. 

 Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale.

IL PROCESSO AI TEMPLARI - 2

Quello del Tempio, il primo ordine religioso e militare della cristianità, era nato a Gerusalemme verso l’anno 1120. Derivava dall’iniziativa di alcuni cavalieri laici che avevano fatto voto presso il Santo Sepolcro: il Patriarca di Gerusalemme aveva assegnato loro la missione specifica di combattere per difendere dai predoni islamici i pellegrini diretti ai Luoghi Santi. Il re di Gerusalemme Baldovino II intuì le potenzialità di questa confraternita e lavorò per farla diventare un vero e proprio ordine religioso preposto ala difesa del regno cristiano. Il progetto sollevava una delicata questione morale: i membri del nuovo ordine si sarebbero impegnati a vita con i tre voti monastici di povertà, obbedienza e castità, pur essendo propriamente dei guerrieri. Era necessario stabilire se le emergenze dettate dallo stato in cui versava la Terrasanta in quegli anni fossero conciliabili con la dottrina cristiana. Il più grande mistico dell’epoca, san Bernardo di Clairvaux, fu chiamato a definire la questione: ritenne che le due attività della preghiera e della guerra fossero compatibili qualora l’uso delle armi servisse lo scopo della difesa. Così nel 1129 un concilio tenuto a Troyes, nel nord della Francia, sanciva la nascita del nuovo ordine insieme religioso e militare; san Bernardo supervisionò la stesura della sua regola, strutturata su quella benedettina ma con alcuni prestiti dalla spiritualità agostiniana. Il fondatore Hugues de Payns e i suoi primi compagni avevano ricevuto in dono dal re di Gerusalemme una parte della sua reggia che sorgeva presso le rovine dell’antico Tempio di Salomone; perciò la gente del posto aveva preso a chiamarli Militia Salomonica Templi, o milites Templi, o anche Templarii. Nel giro di pochi decenni l’ordine crebbe a dismisura fino ad estendersi su gran parte dell’orbe cristiano: la sua idealità specifica era molto sentita nella società del tempo, i sovrani come pure la gente comune moltiplicavano le loro donazioni al Tempio che nel 1139 aveva anche ricevuto da papa Innocenzo II un privilegio speciale in virtù del quale godeva di un’esenzione completa ed era responsabile dinanzi alla sola persona del pontefice romano. I Templari divennero il nerbo dell’esercito cristiano in Terrasanta, in seguito affiancati dai frati dell’altro maggiore ordine religioso militare, l’Ospedale di San Giovanni in Gerusalemme; quest’ultimo aveva all’origine una funzione solo assistenziale, assumendo poi in seguito anche l’onere del combattimento per sopperire le necessità difensive della Tearrasanta. Nel 1187 il sultano Salahaddin riuscì a compattare il fronte islamico della Siria-Palestina che fino a quel momento era stato spaccato da divisioni interne. I cristiani subirono una memorabile sconfitta presso il luogo chiamato I corni di Hattin: Gerusalemme fu perduta e il Santo Sepolcro tornò di nuovo in mano islamica. Nei decenni seguenti divenne sempre più chiaro che il progetto crociato era sul viale del tramonto, e la società occidentale cominciò a nutrire una grande sfiducia verso gli ordini militari: erano stati creati e nutriti di privilegi per la difesa della Terrasanta, ma ormai sembravano come incapaci di tenere fede al loro impegno. Quando nel 1291 cadde anche la città di Acri, ultimo baluardo della presenza cristiana in Siria-Palestina, anche il papato cominciò a credere che fosse necessario procedere ad una sostanziale riforma degli ordini militari. Proprio a questo progetto stava lavorando papa Clemente V nell’anno 1306, quando aveva inviato una consultazione ai due capi dei Templari e degli Ospitalieri chiedendo il loro parere circa una possibile fusione dei due maggiori ordini militari in un ente unico. In un certo senso, fu l'inizio della fine.

Articolo gentilmente concesso dalla dott.ssa Barbara Frale

IL PROCESSO AI TEMPLARI - 1

Questo è il discorso che lessi nell'Aula del Sinodo Vecchio (Vaticano) durante la presentazione di Processus contra Templarios: dopo ben settecento anni, il Vaticano pubblicava per la prima volta i documenti originali del famoso processo avvenuto fra 1307 e 1314, che io avevo già studiato in forma privata. Lessi il testo qui di seguito in presenza del cardinale Segretario di Stato; in genere parlo sempre a braccio durante una conferenza, ma quel giorno l'emozione era tale che non ne sarei stata capace. Soprattutto una cosa m'impressionava: rinchiuso in prigionia, durante gli anni del processo l'ultimo Gran Maestro Jacques de Molay aveva chiesto molte volte di parlare con il papa, cosa che gli agenti del re di Francia non permisero mai. Ecco, in quel giorno di settecento anni dopo, in qualche modo, le sue ragioni risuonarono sotto le volte antiche del Vaticano, giungendo fino al santo Padre, benché in forma indiretta. Ma basta con le mie chiacchiere personali, ecco la sostanza dei fatti. Il discorso è rimasto finora inedito, e sono felice di condividerlo con voi, a piccole dosi, come bisogna fare sul web.

1

Il 18 marzo 1314 l’ultimo Gran Maestro dell’ordine del Tempio Jacques de Molay moriva sul rogo a Parigi, in un’isoletta della Senna. Moriva dopo essere stato letteralmente rapito per un ordine del re di Francia Filippo IV il Bello: infatti era stato sottratto dalle mani degli ecclesiastici che lo attendevano all’indomani per sottoporlo ad un altro interrogatorio. Pur essendo stato assolto dall’autorità del papa e ricevendo regolarmente i sacramenti, moriva con una condanna per eresia. In tal modo il re liquidava alla spicciola un lungo, complicatissimo caso che aveva coinvolto e scandalizzato tutta la società cristiana. Era l’ultimo atto di un processo durato ben sette anni che si chiudeva proprio come si era aperto: cioè sotto il segno della violenza e dell’illegalità.

Il 13 ottobre 1307 papa Clemente V si trovava nelle campagne presso Poitiers, dove la Curia Romana risiedeva a quel tempo. Stava completando una terapia depurante a base di lassativi ed acque termali secondo quanto gli avevano prescritto i suoi medici; il papa, che era vicino agli ottant’anni, soffriva da tempo di una malattia molto grave che oggi è difficile individuare: sappiamo però che gli provocava violenti accessi di febbre e persino emorragie. La cura si sarebbe conclusa per la fine di ottobre; allora il papa avrebbe cominciato un lavoro programmato da tempo, ovvero un’inchiesta pontificia sullo stato dell’ordine templare. Non poté mai svolgerla: l’arresto improvviso e indebito dei Templari da parte del re di Francia gli aveva sottratto ogni controllo sulla questione. Ma facciamo un passo indietro, per vedere chi erano, i Templari.

Articolo concesso dalla dott.ssa Barbara Frale

giovedì 27 marzo 2014

"LA STORIA DEI TEMPLARI RACCONTATA A SAN BEVIGNATE" - MARTEDI' 1 APRILE 2014 ORE 18.00

La leggenda templare: un caso emblematico 
di medievalismo contemporaneo 

TOMMASO DI CARPEGNA FALCONIERI
Università degli Studi di Urbino

Introduce PAOLA MONACCHIA



Dopo il grande successo di pubblico riscosso dalla relazione di Barbara Frale, tenuta nel giorno della ricorrenza del settimo centenario della morte sul rogo di Jacques de Molay (18 marzo 1314), prosegue il ciclo di conferenze La storia dei Templari raccontata a San Bevignate, organizzato dal Comune di Perugia con il contributo della Regione Umbria e con il patrocinio, tra gli altri, del Senato della Repubblica. Relatore sarà questa volta Tommaso di Carpegna Falconieri, che martedì 1° aprile, alle ore 18:00, terrà nel complesso monumentale di San Bevignate una conferenza dal titolo La leggenda templare. Un caso emblematico di medievalismo contemporaneo.
Tommaso di Carpegna Falconieri insegna Storia medievale presso l’Università degli Studi di Urbino. Le sue ricerche vertono prevalentemente sulla storia di Roma, della Chiesa romana e dell'Italia centrale. A tale riguardo, oltre alla monografia su Cola di Rienzo (Salerno Editore, 2002), si segnalano le numerose voci sui Montefeltro contenute nel Dizionario biografico degli italiani (vol. 76, anno 2012). In L’uomo che si credeva re di Francia. Una storia medievale, (Laterza, 2005) ha invece indagato il tema delle testimonianze storiche, soprattutto in relazione al falso e all'impostura. Attualmente sta concentrando i propri interessi sull'uso politico del medioevo nel mondo contemporaneo. Su questo argomento, ha pubblicato nel 2009 il saggio Barbarossa e la Lega Nord: a proposito di un film, delle storie e della Storia (in "Quaderni storici", 132) e un libro di grande successo dal titolo Medioevo militante
La politica di oggi alle prese con barbari e crociati (Einaudi, 2011) in cui, al termine di un Prologo fortemente suggestivo, il medioevo è definito un'utopia. Quello che prevale nell'opinione e nella percezione comune è, infatti, un medioevo mitico, immaginario, talvolta volutamente mistificato, utilizzato come una sorta di inesauribile contenitore da cui estrarre modelli, esempi e identità. Ed è in questo tentativo di perpetuare le gesta, gli ideali, i valori e i presunti riti dell'Ordine del Tempio che si colloca la leggenda templare, un esempio emblematico, a parere di Tommaso di Carpegna, di medievalismo contemporaneo. Non a caso, nel capitolo dal titolo Templari e santo Graal: un medioevo nella Tradizione, l'autore sottolinea come "il mito della cavalleria medievale ha avuto esiti e interpretazioni anche di tipo esoterico", nel convincimento che "il passato medievale racchiude tesori di sapienza e verità" preservati nei secoli e "resi noti a gruppi di illuminati" che beneficiano di una conoscenza autentica e completa per il tramite di un accesso iniziatico e di percorsi sapienziali. Se dunque all'ordine fratello dei cavalieri ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme (poi cavalieri di Rodi e infine di Malta) sono toccati in sorte i beni materiali dei milites Templi, della storia e della memoria del Tempio e dei suoi presunti rituali si sono fatti carico, da posizioni talvolta antagoniste, la storiografia, le arti e la letteratura, contribuendo così a perpetuarne il mito attraverso opere come Le tombeau de Jacques Molai ou histoire secrète et abrégée des initiés anciens et modernes (1796) di Cadet de Gassicourt, farmacista di Napoleone, e la tragedia in cinque atti Les Templiers (1805) del filologo romanzo e drammaturgo Raynouard. Si comprende così come la "spettacolarizzazione della storia" cui continuamente si assiste − grazie anche all'enorme successo di certa produzione letteraria, televisiva e cinematografica − trae molti dei suoi contenuti proprio dal medioevo cavalleresco iniziatico, "tempo arcano di profondi misteri" in cui si passa con estrema facilità dalle coordinate spazio-temporali della storia alle suggestioni della leggenda e del mito.




mercoledì 26 marzo 2014

SIMONETTA CERRINI "LA RIVOLUZIONE DEI TEMPLARI" - OSCAR MONDADORI


Simonetta Cerrini in La rivoluzione dei Templari

A 7 secoli esatti dalla morte dell’ultimo maestro dell’Ordine del Tempio, Jacques de Molay, messo al rogo nel 1314 a Parigi, la storia dei templari resta costellata di vicende oscure, episodi favolosi e figure mitiche. Simonetta Cerrini alla fantasia preferisce la realtà e, abbandonati i luoghi comuni, intraprende nuove ricerche basandosi sull’analisi dei testi fondatori dell’Ordine del Tempio. Grazie a un accurato esame dei manoscritti della Regola (in Scozia è appena stato scoperto il decimo manoscritto) viene così alla luce la visione “rivoluzionaria” dei templari. Proprio quando nel mondo cristiano si afferma la netta separazione fra chierici e laici, i templari propongono invece di riunire in un’unica realtà i laici “bellatores” e i chierici “oratores”, fondando un ordine di cavalieri “antieroici” e di frati “antiascetici”. Singolari monaci guerrieri, divennero in Terrasanta interlocutori privilegiati dei Cristiani d’Oriente e dei musulmani. La loro spiritualità, così aperta ai laici, ma anche ad altre fedi cristiane o musulmane, anticipò per molti aspetti la rivoluzione francescana.
Un libro che ha creato una svolta nella storiografia templare e che fa ormai parte della bibliografia ufficiale sul Tempio. Un libro edito in italiano, in francese, in spagnolo, in rumeno e in ceco. Più di 40.000 copie vendute. Negli Oscar, una versione aggiornata. Euro 10,50

HANNO DETTO DEL LIBRO :
“Un bestseller scritto su una solida base scientifica” (Franco Cardini)
“I templari come non sono mai stati descritti. Una luce sorprendente da una specialista dell'argomento” (Chiara Frugoni)
“Dr. Simonetta Cerrini, who is the world’s leading expert on the Rule of the Knights Templar, is also the most original and thought-provoking writer on the Templars’ ideals and inner life” (Jonathan Riley-Smith, Università di Cambridge)

Simonetta Cerrini (Chiavari, 1964), laureata all’Università Cattolica di Milano, nel 1998 ha discusso alla Sorbona (Paris IV) una tesi di dottorato sui templari che comprende la nuova edizione critica della loro regola basata su tutti i manoscritti sopravvissuti. Ha insegnato in varie università francesi e alla Pontificia Università Antonianum. Si occupa di storia della cultura e della spiritualità dei laici nel Medioevo. Sul tema dei templari è una delle maggiori autorità internazionali. Oltre a La rivoluzione dei templari, tradotto in numerosi paesi, ha pubblicato, per Mondadori, L’apocalisse dei Templari (2012). E’ Socia della Société d’études sur les croisades et sur l’orient latin (SSCLE). All’attività di conferenziera in Europa abbina quella di consigliera scientifica per mostre, convegni, eventi storico artistici e testi teatrali tra cui I templari, ultimo atto di Gian Piero Alloisio affidato alla straordinaria interpretazione di Paolo Graziosi (RAI2).

venerdì 14 marzo 2014

"LA STORIA DEI TEMPLARI RACCONTATA A SAN BEVIGNATE" - INTERVENTO DI BARBARA FRALE MARTEDI' 18 MARZO 2014



COMUNICATO STAMPA

LA STORIA DEI TEMPLARI RACCONTATA A SAN BEVIGNATE

Martedì 18 marzo 2014 - ore 17:30
La fine dell'Ordine del Tempio

Barbara Frale
Archivio Segreto Vaticano

Introduce Mario Tosti
Università degli Studi di Perugia



Con la conferenza di Barbara Frale dal titolo La fine dell'Ordine del Tempio martedì 18 marzo prenderà avvio a San Bevignate un nuovo ciclo di incontri sulla storia dei Templari organizzato dal Comune di Perugia con il contributo della Regione Umbria e il patrocinio del Senato della Repubblica, dell’Università degli Studi di Perugia, della Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria, dell'Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, della Delegazione di Perugia del FAI e della Deputazione di storia patria per l'Umbria. Protagonista nel 2001 del fortunoso ritrovamento nel fondo di Castel Sant’Angelo dell’Archivio Segreto Vaticano di un documento per lungo tempo sfuggito alle indagini di studiosi e archivisti, Barbara Frale ha contribuito in modo decisivo a ricostruire le vicende del drammatico epilogo dell’Ordine del Tempio, travolto nel 1307 dalle infamanti accuse di eresia, sodomia e idolatria. È infatti grazie a queste nuove acquisizioni che l’analisi delle fonti relative al processo intentato ai milites Templi ha potuto avvalersi di un passaggio documentario fondamentale: l’interrogatorio del Gran Maestro dell’Ordine Jacques de Molay e dei Precettori di Outremer, di Francia, di Poitou e Aquitania e di Normandia da parte di uomini di fiducia di Clemente V, incaricati di far luce sui fatti per i quali i Templari erano in heresis crimine diffamati.
La studiosa si farà dunque carico di illustrare i contenuti della cosiddetta "pergamena di Chinon", parte integrante e conclusiva di quel procedimento – avviato e presieduto personalmente tra la fine di giugno e gli inizi di luglio del 1308 da Clemente V a Poitiers – che consentì di interrogare una settantina di templari e di assolvere e riammettere alla comunione quanti avevano giurato di sottostare alla penitenza che sarebbe stata loro assegnata. Ma, soprattutto, la pergamena di Chinon costituisce la prova dell’assoluzione dalla scomunica concessa per volontà del pontefice ai maggiori dignitari del Tempio, imprigionati dal re di Francia Filippo il Bello nelle segrete del suo fortilizio di Chinon e qui interrogati da tre plenipotenziari di Clemente V tra il 17 e il 20 agosto dello stesso anno in quella che fu una sorta di “sessione speciale istituita in separata sede per cause di forza maggiore”. Barbara Frale ripercorrerà infine i passaggi storici cruciali che segnarono la fine della militia Templi alla luce delle due lettere pontificie emanate nel 1312 in occasione del Concilio di Vienne: con la Vox in excelso, infatti, si disponeva la sospensione "dell'Ordine dei Templari da ogni funzione" e, di conseguenza, "della sua regola, del suo abito e del suo nome con decreto assoluto, perenne"; con la Ad providam Christi vicarii si stabiliva invece il passaggio dei beni da essi posseduti nelle mani dell'ordine fratello dei Cavalieri ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, poi Cavalieri di Rodi e infine Cavalieri di Malta. Ai cultori della materia e agli addetti ai lavori risulterà subito evidente che la data prescelta non è per nulla casuale. La morte sul rogo del Gran Maestro Jacques de Molay avvenne infatti a Parigi, su un'isoletta della Senna, il 18 marzo 1314 e il Comune di Perugia ha da tempo individuato questa ricorrenza così carica di significati per dare avvio a una serie di iniziative che, nel corso del 2014, caratterizzeranno la città di Perugia come "capitale templare".

Barbara Frale (Viterbo 1970) si è laureata all’Università della Tuscia di Viterbo nel 1994 in Conservazione dei Beni Culturali (Indirizzo archeologico medievale) con una tesi sulla città di Orte. Ha conseguito le specializzazioni in Paleografia, Diplomatica e Archivistica e in Paleografia Greca presso la Scuola Vaticana. Nel 2000 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Storia della società europea presso l’Università "Ca’ Foscari" di Venezia con una tesi sul processo ai Templari. Attualmente svolge la sua attività di ricerca presso l’Archivio Segreto Vaticano in qualità di officiale. Tra le altre cose, ha pubblicato: L’ultima battaglia dei Templari (Viella, 2001), Il papato e il processo ai Templari (Viella, 2003), I Templari (il Mulino, 2004), I Templari e la Sindone di Cristo (il Mulino, 2009), La sindone di Gesù Nazareno (il Mulino, 2009).

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...